Il D. Lgs. 81/08 ci dice che rispettare i principi ergonomici è un obbligo del datore di lavoro. Spesso, però, l’ergonomia sul posto di lavoro viene sottostimata, col risultato che i lavoratori incorrono in infortuni o malattie professionali e l’azienda si trova ad affrontare costi enormi che non aveva previsto.
Un lavoratore che opera in condizioni di mancata progettazione dell'ergonomia ha un effetto domino su tutta l’attività, e spesso questo avviene perché i rischi sono stati sottostimati.
Valutare attentamente l’ergonomia significa promuovere il benessere dei lavoratori e potenziare la produttività dell’impresa, riducendo i costi futuri.
Vediamo quindi cosa significa lavorare in ergonomia, quali sono i rischi e i costi nascosti di un'errata gestione dell'ergonomia, i fattori da considerare e gli strumenti per valutarla direttamente sul campo.
L’ergonomia è la scienza che si avvale di diverse discipline (es. fisiologia, psicologia, biomeccanica, medicina del lavoro) per studiare il rapporto tra la persona, la macchina, i processi di produzione e l’ambiente di lavoro.
L’obiettivo dell’ergonomia sul posto di lavoro è mettere il lavoratore nelle condizioni psico-fisiche migliori per svolgere le proprie mansioni in modo sicuro ed efficiente.
Secondo l’art. 15 del D. Lgs. 81/08, il datore di lavoro è tenuto a garantire “il rispetto dei principi ergonomici nell'organizzazione del lavoro, nella concezione dei posti di lavoro, nella scelta delle attrezzature e nella definizione dei metodi di lavoro e produzione, in particolare al fine di ridurre gli effetti sulla salute del lavoro monotono e di quello ripetitivo”.
Molto più di un obbligo legislativo, l'ergonomia non è solo una questione di comfort, ma rappresenta un elemento cruciale per la salute dei lavoratori e dell’azienda stessa.
Ignorarla significa in primo luogo esporre le persone a infortuni e malattie professionali. In secondo luogo, l’azienda si ritroverà a fare i conti con costi non previsti, che in caso di fermo produzione diventano enormi da sostenere.
👉 Per fare un passo concreto verso una corretta valutazione dell'ergonomia, scarica gratis l'Ergocheck di Epm, lo strumento pratico per valutare il rischio ergonomico.
Entriamo più nel dettaglio rispetto alle potenziali conseguenze di una mancata gestione dell'ergonomia.
Un lavoratore che opera in condizioni disergonomiche può incorrere in malattie professionali come disturbi muscolo-scheletrici (DMS) o patologie da sovraccarico biomeccanico, infortuni o in ogni caso essere meno performante.
In più, se l’ergonomia non è valutata in fase preventiva diventa necessario agire in maniera correttiva riprogettando gli spazi di lavoro.
Tutto questo per l’azienda si traduce in:
➡️Riduzione della produttività: un lavoratore che opera in condizioni non ergonomiche risulterà meno efficiente, perché non al massimo della forma fisica e cognitiva
➡️Aumento delle assenze: un lavoratore che incorre in malattia professionale o infortunio potrebbe assentarsi anche per molti giorni
➡️Spese ingenti per fermo produzione: le giornate di assenza o la riprogettazione degli spazi dovuta a macchinari non idonei possono portare a costi enormi legati a fermi operativi
Parliamo di numeri? Sottovalutare i principi dell'ergonomia in fase di progettazione può portare a perdite che vanno dai 20.000€ ai 40.000€ all’anno.
Ce lo ha spiegato bene l'esperto di ergonomia Daniele Moresco, mosca bianca del settore in Italia in quanto certificato SIE e socio ordinario di EPM IES (Epm International Ergonomics School). Consulente tecnico in ergonomia e fattori umani, è parte della nostra azienda partner NECSI Srl.
|
Daniele Moresco - NECSI Srl Consulente Tecnico in Ergonomia e Fattori Umani cert. SIE - Socio Ordinario EPM IES |
Recupera subito il webinar con Daniele Moresco e aumenta le tue competenze sul tema dell'ergonomia.
Una delle cose più importanti quando si parla di ergonomia sul posto di lavoro è anticipare il rischio.
Nella valutazione dei rischi, è necessario prevedere tutte quelle condizioni che a lungo termine possono portare problemi, considerando tutte le circostanze di rischio in relazione alla mansione del lavoratore, allo spazio in cui opera e alle caratteristiche dei macchinari che utilizza.
Poniti domande come: il lavoratore passa tanto tempo in piedi in una postazione fissa? La sua mansione prevede una Movimentazione Manuale dei Carichi (MMC)? Dovrà svolgere attività al di sopra delle sue spalle?
Le misure di prevenzione e protezione non sono facili da individuare, e a volte ci si ritrova a dover rivedere completamente il layout della postazione di lavoro.
Per questo è fondamentale prendere in considerazione tutti i fattori ergonomici in fase di progettazione.
Una visione multifattoriale, poi, è imperativa quando si parla di ergonomia.
Prendiamo il disallineamento che spesso avviene tra le limitazioni date dal medico competente e la reale mansione del lavoratore. Quando parliamo di Movimentazione Manuale dei Carichi, ad esempio, spesso il medico impone limitazioni legate soltanto al peso, non tenendo conto di tanti altri fattori considerati invece dagli indici di valutazione ergonomici.
Un inquadramento generale della situazione ti permette di adottare soluzioni realmente idonee per il lavoratore, evitando interventi tardivi o inefficaci.
Una mancata progettazione dell'ergonomia nelle postazioni di lavoro mette in pericolo la salute del lavoratore e la produttività. Per l'azienda, questo può tradursi in costi di migliaia di euro legati ai fermi di produzione.
Dotarsi degli strumenti giusti e agire in ottica di prevenzione ti aiuta a considerare tutti i fattori legati al rischio ergonomico in modo strutturato ed efficace.
L'Ergocheck sviluppato da EPM è lo strumento che supporta gli HSE Manager nell'identificare disagi e pericoli per la salute dei lavoratori, valutando l'ergonomia in azienda.