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Modificare i comportamenti pericolosi: si puo', ma occhio a un errore

Per "behaviour analysis" (analisi dei comportamenti) si intende la disciplina che studia le variabili responsabili dei cambiamenti nel comportamento per poter modificarlo. Una delle scoperte evidenziate da questa teoria è che la punizione può inibire il comportamento scorretto, ma solo un rinforzo positivo può instaurare o aumentare comportamenti corretti. Dal metodo del "controllo-punizione" si passa quindi a quello dell'"osservazione-rinforzo" (*).

Una simulazione tipo

Prendiamo un'azienda tipo medio-grande di 500 lavoratori e simuliamo una situazione ordinaria:

  • 100 osservatori (**)
  • 1 check a settimana (***)
  • 15-20 domande a cui rispondere
  • 3-4 feedback di ritorno (****)

Per un'azienda così la gestione dei comportamenti si può tradurre in una produzione mensile di 6/8.000 dati da analizzare e 1.400 segnalazioni!  

Un errore da non fare: sottovalutare il tempo

Le aziende che scelgono questo percorso sanno che per essere efficace deve basarsi sulla legge statistica dei grandi numeri. Nonostante questo, l'errore che spesso viene fatto è quello di sottovalutare il tempo destinato alla gestione dei dati raccolti e delle azioni conseguenti e gli strumenti a disposizione.

  • Aggregare i dati, leggerli, compararli per verificare il raggiungimento degli obiettivi
  • Programmare le azioni di miglioramento e controllarne l'avanzamento
  • A questo aggiungiamo la gestione dei gruppi di osservazione (programmazione dei turni e monitoraggio dello svolgimento delle check)

Per l'azienda di esempio, possiamo ipotizzare una risorsa che dedichi 1 o 2 giorni a tempo pieno al mese. Il classico file xls risulta quindi inadeguato, difficile da leggere e consultare. Senza contare la mancata o tardiva gestione delle segnalazioni (o gli errori umani nel riportarli in uno scadenziario utilizzato) con la conseguente demotivazione del personale (quale utilità nel dare feedback di ritorno se passano mesi anche a fronte di azioni molto semplici di miglioramento?).

I consigli che diamo sono quindi di:

  • Dotarsi di strumenti adeguati per la gestione dei dati (software, access, o per lo meno impostare un excel con formule e categorizzazioni che aiutino nella "clusterizzazione" e nelle statistiche) 
  • Decidere come gestire le segnalazioni di ritorno (difficilmente chi le riceve può anche programmare le attività di miglioramento in quanto non dispone delle informazioni tecniche in possesso di un RSPP)

Se sei un'azienda che sta lavorando, o intende farlo, sulla gestione dei comportamenti clicca qui e scopri come informatizzare velocemente la gestione dei dati.

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*  I metodi per l'applicazione dell'analisi dei comportamenti hanno in comune alcune caratteristiche imprescindibili:

  • il coinvolgimento del massimo numero di lavoratori attraverso i gruppi di osservazione a rotazione
  • la necessità di raccogliere dati il più possibile neutri e non viziati da fattori esterni
  • la tempestività del feedback di rinforzo
  • la gestione efficace dei feedback di ritorno (attività di miglioramento che possono evitare nuovamente il comportamento sbagliato)
  • la scelta degli obiettivi e l'analisi degli andamenti (analisi statistiche per verificare se i comportamenti stanno percentualmente migliorando su determinati aspetti)

** I gruppi di osservatori saranno in un rapporto almeno 1 a 5. Immaginiamo infatti di alzare lo sguardo in una linea produttiva e osservare i comportamenti dei colleghi nel raggio visivo a disposizione: è probabile che il numero di persone delle quali possa effettuare il controllo visivo con efficacia e in maniera neutra (senza avvicinarsi per controllare, altrimenti si condiziona il comportamento in atto) sia in effetti un numero compreso in questo rapporto. 

*** Per raccogliere una quantità di dati statistici affidabili, le check saranno programmate coprendo l'arco di tempo più rappresentativo, prediligendo una frequenza per lo più settimanale (in taluni casi fino a frequenze giornaliera). 

**** Ciascuna check genera naturalmente una serie di segnalazioni (feedback di ritorno) che possono diventare azioni di miglioramento da gestire.

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