[WEBINAR AI & HSE] Intelligenza artificiale: comprenderla e utilizzarla
per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro - con il Prof. Di Nunzio.
GUARDA IL WEBINAR

Calcolare i costi della mancata sicurezza

Costa di più un'azienda sicura o un'azienda non sicura? 

E' innegabile che la gestione della salute e sicurezza per mantenere un adeguato grado di tutela dei lavoratori richieda tempo, energie e disponibilità economiche. 

E' altrettanto certo (ma non così immediatamente percepibile) che la mancanza di sicurezza, e non tanto la gestione di essa, genera costi maggiori. In sostanza "costa di più" un'azienda non sicura

 

La sicurezza non è un optional

Prima di tutto, ribadiamo un'ovvietà. La sicurezza non è un optional. Esistono obblighi morali e legislativi a riguardo, a partire dalla Costituzione che chiarisce:

Art. 41 "L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana..."

A cui poi fanno seguito il D.lgs 81/2008 e tutto il mondo dei disposti specifici conseguenti. Sempre di più si è cercato di sensibilizzare gli attori sul tema e col passare degli anni gli obblighi per il Datore di Lavoro, e a cascata per tutta l'azienda, sono passati da un rispetto "passivo" delle norme a una impostazione dinamica e proattiva: una sicurezza partecipata.

Nonostante questo spesso facciamo degli errori di valutazione. Guardiamo quali e perché.

 

Pensieri pericolosi

  • Faccio sicurezza perché me lo impone la legge? Il primo dei grandi pensieri pericolosi perché condiziona a cascata tutto il resto. Potrei pensare che la sicurezza obbligatoria sia un costo improduttivo. Molto spesso gli investimenti per il miglioramento delle condizioni di sicurezza sono catalogati come costi addizionali. 
  • Faccio sicurezza fin dalla fase di progetto o no? La stima dei costi per un investimento sicurezza è spesso visto come costo accessorio rispetto ai costi di produzione. Negli appalti la legislazione ha cercato di dare il suo contributo con il DPR n. 222/2003 che stabilisce che "i Costi della sicurezza individuati sono compresi nell'importo totale dei lavori ed individuano la parte del costo d'opera da non assoggettare a ribasso d'asta nelle offerte delle imprese esecutrici". Sono i costi delle misure preventive e protettive dai rischi interferenziali. Sarebbe stato meglio battezzarli come "spese per la tutela della salute e sicurezza" o ancora meglio come "investimenti per la sicurezza". Ma il tentativo è comunque meritevole.
  • Risparmio quantificabile e immediato a fronte di una spesa non quantificabile e immediata I costi della mancata sicurezza sono molto meno prevedibili (ci sarà un infortunio? si svilupperà davvero una malattia professionale? ...) e molto più difficilmente quantificabili (perdita di produttività, perdita di immagine, spese legali..)

 

L'errore principale 

Nella gestione di un'impresa entrano in gioco gli aspetti economici della produzione. Abbiamo visto che mentalmente (e formalmente spesso) si distinguono quindi i costi in 2 categorie:

  • costi produttivi
  • costi NON produttivi 

Tipicamente i costi per la sicurezza fanno parte di questa seconda categoria e sono quelli che più facilmente rischiano di essere accantonati. Andando oltre gli interventi obbligatori, previsti per legge, la sicurezza è fatta anche di metodi o scelte volontarie, che offrono diverse soluzioni a uno stesso problema.

I costi per la sicurezza si rendono evidenti quando si assume la decisione di sostenerli o meno per adottare nuove o migliori misure di prevenzione e protezione. Vengono quindi confrontati i valori delle due opzioni: Fare Sicurezza e Non Fare Sicurezza (costi per la mancata sicurezza).


costofarenonfare_0

In assenza di un corretto completamento della rappresentazione mentale del problema decisionale basato sull'accostamento dei valori delle due opzioni, chi decide sarà portato a ritenere che l'opzione Fare coincida con l'intero valore economico della stessa opzione Fare. 

Esempio: un'ora di informazione per 50 operai sull'uso corretto dell'attrezzatura.
Costo da sostenere: 100.
Questo è un calcolo errato.

costofarenonfare_1

In realtà la spesa non è pari al valore economico dei costi del Fare sicurezza, ma alla differenza tra le due opzioni: Fare Sicurezza e Non Fare Sicurezza, in quanto all'eventuale decisione di non fare si associano inevitabilmente dei costi da sostenere (poi vedremo quali).

Il fatto è che i costi della mancata sicurezza sono molto meno prevedibili.

  • Riguardo al loro ammontare
  • Riguardo a quando e se si verificano (al punto che piuttosto siamo disposti a spendere la cifra certa di un'assicurazione)

Esempio: un'ora di informazione per 50 operai sull'uso corretto dell'attrezzatura.
Se non la faccio (e mi limito a un volantino in bacheca) cosa potrebbe succedere? 
Il calcolo corretto è quindi: 

costofarenonfare_2

La difficoltà  sta nel portare i costi della mancata sicurezza a un livello di conoscibilità e sostituire il ? con una cifra il più possibile oggettiva. Nel farlo ci si rende conto che ci sono 2 tipi di voci:

  • Voci certe: es. sanzioni, non riduzione del costo dell'assicurazione obbligatoria INAIL 
  • Voci incerte: es. i costi di un eventuale infortunio, come riduzione della produzione; costo di sostituzione del personale; fermo macchine e impianti; costi per inchieste e procedimenti giudiziari etc.
Immaginando di attribuire nell'esempio sotto un valore 3 ai costi certi e un valore variabile da 0 a 7 ai costi incerti, il calcolo mostrerebbe una forbice di questo tipo:

costofarenonfare_3

Ponendo il ragionamento su un piano puramente economico (togliendo quindi momentaneamente il piano morale, che rimane sempre valido!!) fino a quale valore di costi della mancata sicurezza è conveniente la scelta? Contrariamente a quanto si può pensare in prima battuta, la scelta è economicamente conveniente fino alla metà del valore dell'opzione FARE. Il confronto infatti deve essere fatto tra il valore dell'opzione Non-Fare e il costo da sostenere, come nella tabella qui sotto:

costofarenonfare_4

Attenzione però! Nel calcolo dei costi per la mancata sicurezza bisogna considerare anche il fatto che se sono interventi obbligatori gli organi preposti, oltre alle sanzioni, possono successivamente imporre la realizzare degli interventi di sicurezza sui cui si era cercato di risparmiare (costo del FARE). A quel punto la forbice è a netto vantaggio della realizzazione (es. dopo l'infortunio, oltre a spese e sanzioni, devo anche installare la protezione fotoelettrica).

In sostanza bisogna abituarsi a vedere in modo esplicito i costi che comunque sosteniamo quando NON facciamo sicurezza.

 

I costi della mancata sicurezza

A differenza di ciò che si potrebbe pensare, il momento critico del processo di scelta non è quello in cui si decide di autorizzare (o non autorizzare) una spesa. Le fasi critiche sono tutte quelle precedenti che permettono di calcolare e rendere espliciti il valore della componente certa e quello stimato della componente non certa dell'opzione Non-Sicurezza.

Dobbiamo quindi calcolare correttamente i costi della mancata sicurezza e farli emergere.

Ipotizziamo i costi in caso di infortunio dovuto al malfunzionamento di una macchina:

  • Sanzione
  • Incremento premio assicurativo
  • Giorni-uomo persi (indennizzo Inail)
  • Altre spese: maturazione ferie, tredicesima, quattordicesima, tfr, contributi
  • Tempo speso per accompagnare l'infortunato
  • Costo del veicolo aziendale utilizzato
  • Tempo perso per interruzione del lavoro dell'azienda (altri lavoratori)
  • Tempo speso per gestione amministrativa infortunio/malattia
  • Tempo speso per indagine interna
  • Tempo speso per sopralluogo di Enti 
  • Ridotta produttività dei colleghi di lavoro anche i giorni seguenti
  • Ridotta produttività del sostituto (nel caso sia già disponibile)
  • Prescrizioni
  • Spese legali (perizie di parte, avvocati, etc.)
  • Azioni di rivalsa degli enti assicurati (in caso di causa ascrivibile al Datore di lavoro, anche l'INAIL potrebbe avere i presupposti per un'azione di recupero)
  • Tempo per riparare attrezzatura
  • Materiale per riparare attrezzatura
  • Danni materiali (materie prime, prodotti...)
  • Danni di immagine (cattiva pubblicità, abbassamento reputazione, minori acquisti...)
  • [...]

La varietà delle voci e la trasversalità delle figure interessate da esse rende evidente come la gestione della salute e sicurezza sia un processo da affrontare in modo integrato e con gli strumenti adatti (leggi scegliere un software per la sicurezza

 

Prevenire infortuni e malattie professionali significa risparmiare

In conclusione una gestione corretta della salute e sicurezza non è soltanto la risposta a un obbligo legislativo, bensì una corretta scelta imprenditoriale in quanto riduce i costi e migliora le prestazioni aziendali garantendo:

  • Maggiore produttività e qualità
  • Minori assenze e migliore mantenimento dei processi
  • Risparmio di risorse da investire in Ricerca e sviluppo anziché in spese legali o altro
  • Miglioramento dell'ambiente lavorativo
  • Buona immagine pubblica della società

 

Credits: https://www.hse.gov.uk -https://www.puntosicuro.it/

 

 

Articoli recenti